Dallo Sciamanesimo Tolteco al Tantrismo Orientale

Taisha Abelar (Maryann Simko) è una delle donne che seguirono gli insegnamenti dello sciamano don Juan Matus, portati alla conoscenza in tutto il mondo dal famoso scrittore Carlos Castaneda.  Nel Messico del secolo scorso molti scrittori vennero a contatto con il mondo magico messicano trasmettendo poi la loro esperienza e conoscenza tramite libri ed incontri e svelando quella che ad oggi è chiamata la via degli stregoni messicani, o sciamanesimo tolteco.

Taisha Abelar si forma come antropologa e alla fine degli anni Sessanta intraprende un percorso di addestramento sotto la guida di Clara Grau in un contesto formato da brujos sia di origine yaquì che messicani, tutti aventi come unico obiettivo quello di destrutturare la percezione del mondo ordinario, per affinare il corpo a riconoscere quella di mondi non visibili.

Il passaggio degli stregoni sono soprattutto tecniche volte ad aprire porte di percezione.
Ma l’apprendistato della Abelar è squisitamente femminile. Donna è la sua prima maestra che le impone esercizi diffusi anche in altre culture, come il controllo della respirazione e del corpo tipici del kung fu, ma tolteche sono le tecniche come la ricapitolazione che diventa cardine fin dai primi capitoli del libro.

Ed è proprio con la ricapitolazione che Clara Grau impone alla sua allieva di focalizzarsi sulla sua passata attività sessuale, poiché è proprio là che imprigioniamo il grosso dell’energia che va liberata.
Nel libro la giovane Abelar è davvero incredula di tale importanza, ma  Clara è serissima:

“Avresti anche potuto guardare il soffitto annoiata a morte
o aver visto stelle cadenti e fuochi d’artificio;
in tutti i casi, qualcuno ha lasciato in te la sua energia
e se n’è portata via una tonnellata della tua”.

Sono pagine fondamentali per comprendere la posizione del femminile nel mondo magico tolteco:
“Col tono autorevole di un’insegnante che illumina una neofita spiegò che le donne, più ancora degli uomini, sono i veri pilastri dell’ordine sociale e che per assolvere questo ruolo, sono state istruite, conformemente in tutto il mondo, a essere al servizio dell’uomo…. non fa differenza che siano comprate al mercato degli schiavi o amate…il loro destino è sempre lo stesso: nutrire, proteggere e servire gli uomini”.

Non un precetto sociale sottolinea la Grau ma biologico, un fondamentale imperativo biologico, la Abelar protesta, si appella allo scambio energetico fra uomo e donna ma viene sempre bloccata: “Gli uomini lasciano delle particolari fibre di energia dentro il corpo delle donne. Sono come delle tenie luminose che si muovono all’interno dell’utero, succhiando energia…vengono impiantate per assicurare un costante apporto di energia all’uomo che li ha lasciati”.

Clara Grau sostiene di aver imparato a vedere (il termine nel linguaggio nagualistico ha il significato di percepire le fibre luminose che compongono il mondo), così da poter affermare a gran voce di vederne tantissime nella sua allieva.  

Un mondo ingiusto per le donne sottolinea l’autrice, ma alla fine perfetto per perpetuare la specie, poiché:  “La maggior parte dell’energia viene dalle donne, la gestazione, il parto e la nutrizione della prole, ma anche per assicurare che il maschio giochi la sua parte nell’intero processo”.

Un assestamento energetico atavico quindi che depaupera le donne ma che le assicura un uomo che si occupi della prole. Sette anni, sottolinea Clara, sono il tempo energetico di vita dei filamenti, e anche se una donna restasse senza rapporti ne basterebbe uno per risvegliare tutti quelli precedenti.
Agli occhi della Abelar deve essere apparso un racconto dell’orrore, forse anche per alcune di noi, la scrittrice, infine, sceglie un percorso di libertà e la castità diventa il mezzo per evolvere e raggiungere questo scopo.  Quindi decide di non sottomettersi più allo schema biologico imperante, così profondamente radicato nelle donne, indipendentemente dall’aver figli o meno.

Siamo ancora agli inizi del testo ma è già chiaro tutto il nucleo, riappropriarsi della propria energia per essere pronte al salto percettivo… una via ancora seguita dalle sciamane in tutto il mondo.

Ma le altre tradizioni che dicono?

In quasi tutte quelle orientali manipolare l’energia sessuale è uno dei modi per raggiungere la piena realizzazione. Con questa parola ci allineiamo al significato ritenuto valido sia per induisti e buddisti, ma anche per il cristianesimo esoterico (sappiamo del ruolo chiave della Maddalena nella vita di Gesù…).

Ma sia nel mondo orientale che in quello occidentale la castità è preludio a santità… questione energetica? Ovvio…sempre più!

Nelle tecniche buddiste la castità favorisce l’accumularsi di energia (sotto forma di calore, diverso da una mera temperatura corporea ma simile) che direzionata tramite esercizi respiratori, visualizzazioni, meditazioni, vocalizzazioni, mantra si trasforma in energia creativa di potenza inimmaginabile.
Non quindi inibizione, che porta inevitabilmente a perversione, ma trasformazione, che è la chiave della potenza del seme maschile. Quindi un seme non destinato a discendere per avere figli ma ad ascendere per realizzarsi.

Allora chi dice che la donna è portale per la realizzazione sbaglia? Forse come sempre la verità sta nel mezzo, o è solo relativa.

Nel famosissimo testo “Il potere del serpente” di Arthur Avalon troviamo un capitolo lungo dedicato allo Yoga Tantrico.
L’autore è prezioso e completo nella sua analisi, capillare oserei dire, nomina quindi la tecnica meditativa conosciuta come Dhyàna (Chan/Zen) che, semplificando al massimo, possiamo dire che porta a raggiungere l’unione con Dio, ma che ovviamente “non conosce il godimento dell’unione con Shiva nella e con la potenza fondamentale del suo corpo“.

Ma allora le tecniche volte al risveglio della Kundalini sono inutili?

Assolutamente no, sottolinea, ma:

Dipende da quello che cercate e dai vostri poteri, se volete risvegliare Kundalini Shakti per godere attraverso di Lei l’estasi dell’unione di Shiva e Shakti poichè le vostre facoltà non consentono di conseguire altrimenti è ovvio che questo fine può essere conseguito solo con questo yoga, ma se si è in grado di conseguirlo senza kundalini allora non è necessario.

Infine la  liberazione perfetta (Nirvikalpa Samadhi) non può che essere conseguita attraverso il Raja Yoga del quale il Kundalini Yoga è un metodo preliminare.

E se entriamo nel mondo taoista così ricco e speciale perché si avvale della potenza immaginativa degli ideogrammi, apprendiamo che nell’unione sessuale uomo e donna cambiano il loro campo energetico che diventa unico e condiviso, riporto qua le parole di Massimo Muccioli  nel suo libro “L’abbraccio del Tao“:  (fra parentesi la spiegazione delle parole cinesi)  “Il Qi fluirà dall’uomo lungo dumai (parte posteriore del tronco) sino a raggiungere naso e bocca per poi essere trasmesso alla donna che lo farà discendere sino al suo dantian inferiore (zona ombelico) e al coccige, per poi farlo risalire a naso e bocca e restituirlo all’uomo che a questo punto compirà un intero percorso microcosmico lungo renmai (zona anteriore del tronco) e poi dumai prima di restituirlo alla donna e così di seguito”.
Si attua quindi una piccola circolazione celeste a due che trasforma il qi (energia) sessuale per nutrire lo shen (spirito) “Il senso di pace e armonia che ne consegue non ha eguali. L’amore e la spiritualità si sono incentrate nei corpi e nelle loro anime”.

La castità della Abelar e di molte curanderas per riappropriarsi della propria energia e poterla usare per scopri sciamanici o curativi? La meditazione che porta l’illuminazione o la trasformazione alchemica taoista che genera pace in terra?

Forse la verità è che se vogliamo perseguire un vero percorso spirituale (a chi è caro questo termine) o più semplicemente energetico non possiamo più considerare l’atto sessuale come piacere fisico, e come sottolinea Marco Baston, in un vero cammino verso la libertà va riconsiderata assolutamente la questione energetica della sessualità ma anche del proprio comportamento.
Così per i conoscitori del nagualismo riporto questo passo fondamentale sull’argomento presente ne  “La soglia dell’energia“:
Per sognare c’è bisogno di energia e ci sono due modi per averla a disposizione: risparmiando e ricanalizzando la propria energia sessuale, oppure tramite la pratica dell’agguato e la follia controllata che forniscono l’energia necessaria.
O rinunci all’attività sessuale (se sei un sognatore) o rinunci a te stesso (se sei un cacciatore).
Certo se rinunci a te stesso la tua visione riguardo alla sessualità potrebbe cambiare parecchio…

E alle coppie che decidono di prendere consapevolezza della propria dimensione sessuale vengono date le chiavi per aprire davvero così tanti mondi mozzafiato senza descrizione…

Buona scelta…

Nicole

Fabrizia Nicoletta Gugliemino

Nasco da una famiglia di ricercatori teosofi che nella Sicilia degli anni settanta costruiscono un piccolo centro di ricerche filosofiche e spirituali interessante crocevia di tradizioni orientali ed esoteriche occidentali.
Apprendo da mia madre la tarologia e l’astrologia mentre osservo mio padre nella realizzazione di amuleti, rapita dal potere dei simboli che mi appaiono davanti come portali infiniti.
Ma il richiamo dell’Oriente è forte e fin dai vent’anni inizio a praticare yoga  e ad appassionarmi delle arti orientali finendo per seguire il percorso de I Ching e del Feng Shui.
Con la conoscenza del Tai Chi Chuan e del Chi Kung inizio a percepire la potente energia che abbiamo nel corpo e il segreto della sua direzione ma solo con lo sciamanismo, tibetano dapprima e tolteco dopo, riesco a dare un senso a tutte le pratiche assaggiate fino a quel momento.

Con un gruppo di appassionati di danza orientale, discipline bioenergetiche, medicina e alimentazione taoista fondiamo Tria Kentra associazione culturale umbra che promuove lo sviluppo del benessere psico fisico dell’uomo tramite la conoscenza energetica.

Le tecniche fisiche di armonizzazione energetica, le arti divinatorie come conoscenza del Sé, le tecniche tolteche che aprono soglie nell’ambito percettivo, la pittura, l’armonia fra uomo e ambiente sono ciò che adesso considero davvero la mia casa fisica e spirituale e mio desiderio è diffonderle.

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