Il Padre dentro di Noi

Mi è capitato spesso durante i ritiri spirituali e il lavoro sul Femminile Sacro di sentir parlare delle antenate, delle madri soprattutto, come una energia da guarire per ritrovare se stesse. Ed è vero. Ma c’è un’energia ugualmente importante e fondamentale, l’energia maschile messa in scena nella vita dal rapporto con il padre.

Se la madre archetipica risponde alla domanda: chi sono?
Il padre archetipico dovrebbe aiutarci a capire il nostro valore, e risponde alla domanda: posso essere amata così come sono? Ce la farò ad esprimere me stessa?
Le domande sono due, ma è una sola la condizione necessaria, l’espressione e l’accoglienza di sé e del proprio valore.

Questa capacità espressiva serve a integrare il lavoro fatto sul “chi sono”, perché se non si è in grado di amare e dare valore a quel “chi sono” è tutto lavoro sprecato.

Quindi sì, sono una Dea, onoro le mie antenate e il mio femminile, amo la mia Yoni e riconosco la potenza del mio essere donna, e poi?

E poi devo integrare tutto questo nei miei giorni, devo portare alla manifestazione questa energia.

Più facile a dirsi che a farsi, vero?
Da bambina litigavo spesso con mio padre, su qualsiasi argomento, e forse anche tu leggendo ti ritroverai nelle mie parole. Mi intestardivo a contestare ogni suo concetto anche se a volte dicevamo le stesse cose con parole diverse. E quando mi impediva di fare qualcosa, era la fine! Si andava avanti a litigare per ore finché, sfinita, mi chiudevo in camera a piangere. E a quel punto arrivava mia madre che mi diceva: “lo sai com’è fatto non devi prendertela, devi avere pazienza con lui”.

Ecco servito su un piatto d’argento il rapporto con la personale energia maschile e la futura relazione di coppia… un disastro!

Ti trovi nel mio racconto?

Durante questo tipo di esperienze appena citate, con i due archetipi più importanti della nostra vita, si installa nella nostra mente una informazione completamente sbagliata. La prima è il dover sempre lottare per manifestare il nostro volere e il nostro valore, la seconda è che dobbiamo portar pazienza perché così gira il mondo.

Alla povera ragazza ormai in età adolescenziale rimane una scelta importante da fare: ribellarsi a questi concetti acquisiti e ai files installati nella mente o credere che abbiano ragione e che dovrà sempre lottare per manifestare se stessa. Con l’aggiunta che dovrà sempre sottomettersi alle ingiuste leggi patriarcali.

La soluzione sarebbe riuscire a trovare un equilibrio tra queste due energie, comprendere in maniera totalmente accogliente il fatto che, le persone che ci hanno cresciuto, non sapevano come farlo, e hanno fatto del loro meglio pur compiendo errori dopo errori.

Spostando questo dogma dalla principale fonte, e cioè separando il messaggio dal messaggero, riusciremo ad elaborare meglio i fatti e i ricordi.

Per farlo occorre svuotare questo zaino pesantissimo che portiamo sulle spalle da troppo tempo. Togliamoci questo fardello, svuotiamolo e guardiamo che cosa c’è al suo interno.

Il modo migliore per farlo è scrivere una lettera a questo benedetto padre, dicendogli tutto quello che avremmo voluto dirgli o che non riusciremmo mai a dirgli in faccia.
E quale momento migliore se non a Samhain, per poter pacificare gli antenati?

E allora scriviamo tutto, sentiamo tutto, non facciamoci fermare da emozioni potenti che ci piegano in due, ci fanno piangere, ci fanno arrabbiare e ci fanno venir voglia di dire parole terribili che non si dovrebbero mai dire a un genitore. Non importa, scriviamo tutto, siamo da sole nessuno ci sentirà, nessuno ci vedrà e nessuno leggerà, creiamo il caos su quel foglio e sfoghiamo tutto il nostro rancore, la solitudine, l’inadeguatezza, la paura, la delusione.
Alla fine, dopo l’onda, anzi, lo tsunami emotivo, respiriamo, chiudiamo gli occhi e ascoltiamo in quale punto del nostro corpo fa più male, forse la testa? Forse lo stomaco? Forse il petto? Concentriamoci lì, nel punto in cui fa male, rimaniamo in ascolto.

Nella mitologia norrena il Grande Padre è Odino, il quale è anche il Profeta, il Messaggero Divino, colui che arriva come un vento accompagnato dai suoi Corvi e dai i suoi Lupi per portarti in dono l’intuizione. Ti consegna quel messaggio che guarirà le tue ferite ma, per farlo, dobbiamo essere ossa cave, dobbiamo essere canali liberi, puliti e ricettivi.

Forse non risolveremo tutto in una volta sola, come ho potuto constatare è un lavoro ciclico e ogni volta fa sempre meno male ed è sempre meno difficile, ecco perché la meditazione è un lavoro a tempo pieno e non una tantum. Ognuno con il suo metodo che per me è la scrittura, ma per te potrebbe essere qualcos’altro.

Voglio aggiungere un’ultima cosa importante, e questo vale per tutte noi: ricordiamoci che lottare non è la regola per affermare il nostro valore, ricordiamoci che non dobbiamo portare pazienza con gli uomini della nostra vita, ricordiamoci che dentro di noi c’è un padre buono che ci indica la via e sceglie l’uomo giusto che ci saprà vedere chiaramente, sentire chiaramente, con il quale non avremo bisogno di elemosinare l’amore, colui che si ricorderà il nostro nome e lo pronuncerà guardandoci negli occhi.
Sì, dentro di noi vive questa energia protettrice e benefica che sa consigliarci il giusto fare, togliamo potere alla persona che ha incarnato l’archetipo del padre, e diventiamo noi stesse il padre migliore per noi. Esercitiamo l’istinto di sopravvivenza, e accorgiamoci del nostro valore!

Con amore…

Enrica

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Il Fuoco di Berkana

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ENRICA ZERBIN, nata e cresciuta tra campagna, fiume e mare, dove ha scoperto la magia dei cicli lunari e appreso l’uso delle erbe medicamentose delle campagne, insieme agli antichi rituali legati alla Dea e agli elementi; eredità delle sue antenate.
Ricercatrice e studiosa di miti e leggende (con particolare interesse per l’antica saggezza nordica), della simbologia di varie culture, degli archetipi, del Sacro Femminile e della Grande Dea fino allo sciamanesimo.
Iniziata alle Rune tramite l’Elemento Acqua; aiuta con questo importante strumento a svolgere un profondo lavoro di lettura dell’ombra e delle memorie nascoste.

Nel dicembre del 2015 esordisce col suo primo romanzo, Tu Mi Hai Salvato La Vita, edito da Cinquemarzo: una storia sull’importanza degli avi e la saggezza degli anziani, dell’amore nato in circostanze impensabili e bizzarre sincronicità.
Nel 2019 esce il suo secondo libro, La Danza Del Seme Selvaggio, rocambolesco viaggio di due donne non più giovanissime che si trovano, loro malgrado, a dover stravolgere la loro vita e a lasciare la famigerata zona comfort.
Un iniziale dramma si trasforma, per Anthea e Miriam, in una straordinaria avventura tra i sentieri alpini, con la sola guida di una mappa disegnata da una misteriosa vecchia guaritrice.

Nelle sue opere al femminile, sottolinea l’importanza del viaggio, che sia mistico o fisico, per superare i limiti imposti da società e credenze sbagliate a cui la donna ha dovuto sottostare per secoli.

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