Le donne forti non si innamorano

Le donne con le palle non si innamorano. Fanno innamorare gli uomini di loro.
Ma loro resistono.

Sono forti, vere, risolute. Le vere guerriere non si innamorano.
Le Dee non si innamorano.
Vanno dritte per la loro strada, non si fanno distrarre dall’amore per un uomo.
Dopo secoli di sudditanza, dopo fiumi di parole per l’emancipazione femminile dal maschio padrone, quale spazio è ancora possibile per l’amore?

Ovviamente le mie parole sono provocatorie, vogliono far fare un sussulto…

Che cosa ti diceva da bambina tua mamma sugli uomini e l’amore?
Quante credenze hai?
Da piccola qual era il tuo sogno del principe azzurro?
Per te come è in fondo l’uomo?
Che cosa pensi sotto sotto alle tue reazioni…che opinione ti sei costruita sugli uomini?
Tutti gli uomini sono…degli s… inaffidabili…volubili…infantili…tradiscono…

Un’idea, un ideale di amore e di innamoramento frutto delle nostre esperienze passate e di quello che abbiamo assorbito dall’esperienza dei nostri genitori ci fa da filtro per la realtà che incontriamo.

Il primo bacio, la prima volta che abbiamo fatto l’amore, le prime storie importanti.
Tutto concorre a formare la convinzione o le convinzioni in merito.
Come se una storia d’amore fosse stata scritta per noi una volta per tutte.
Siamo affezionate all’idea di donna che ci siamo costruite e se tale idea è di donna non amabile, la realtà non potrà che confermarci tale convinzione.

Per me l’amore felice non esiste, tutte le storie finiscono nella noia, siamo nate per soffrire, un vero uomo non esiste, non per me.
Gli uomini prima o poi ti tradiscono o ti abbandonano.
Sono tutti dei bambinoni che cercano la mamma. Sono irresponsabili.

Che cosa ti raccontava tua madre dell’amore?
Come si relazionavano tra loro i tuoi genitori?
Che coppia erano?

L’amore…non esiste: si può arrivare a pensare ad un certo punto della vita.
Quella scintilla per me non arriverà mai, anzi…
Cinismo e diffidenza ti portano a credere che quelle alle quali è successo siano povere illuse che si fanno andare bene relazioni che invece non le rendono felici.

I solchi sono già stati tracciati, non c’è possibilità che la vita ci sorprenda.
No, in effetti non c’è se abbiamo chiuso e recintato il terreno del nostro cuore con tutte convinzioni già definite e incontrovertibili.

Se hai messo recinti, paletti, sicurezze sul tuo cuore, nulla potrà accadere di nuovo.
E allora meglio convincerti che le donne forti e con le palle non si innamorano.
Per poi non riuscirci il più delle volte a chiudere veramente il cuore e a non innamorarti.

Per fortuna la vita è più forte e potente di tante nostre gabbie… e talvolta è lei a spingere e sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo.

C’è una storia bella in “Donne che corrono con i lupi” sull’amore.
La storia afro-americana di Manawee.
Manawee è un giovane che vuole sposare due gemelle.
Ma il padre non darà in sposa le due donne finché lui non ne avrà indovinato i nomi.
Lui tuttavia non riesce, riuscirà solo il suo cane, che, nonostante alcuni tentativi falliti, alla fine riuscirà a scoprire i nomi delle due fanciulle.
La fiaba è densa di significati, ma quello che mi colpisce del simbolismo della storia è il punto di vista diverso con il quale l’amore viene letto.
Il punto di vista ribaltato dal quale si vede l’amore.
L’uomo che cerca la donna, l’uomo che si impegna a scoprire i nomi autentici, l’essenza d’anima insomma.
E il come: Manawee trova i nomi delle fanciulle grazie al cane, simbolo del selvaggio dell’uomo.

Qui si va oltre le convinzioni, qui si sta su un altro piano, che implica un salto.
Il salto in un mondo altro, diverso, dove pregiudizi, razionalità e controllo non esistono.
Qui fiuto, animalità, istinto, fiducia.
Il permesso di aprirsi alla vita autentica, quella che non tenta di spiegare tutto, etichettare o capire. Donna e uomo si incontrano e si vivono punto.
Le fanciulle si rendono disponibili a far sentire i loro nomi, ma l’unico che si trova nelle occasioni giuste per udirli è soltanto il cane.
Lo spirito selvaggio maschile può avere accesso all’essenza duale della donna.
La donna, dal canto suo, permetterà questo incontro, mettendo l’uomo in condizioni di conoscerne l’essenza. La relazione è reciprocità al confine.

Condizioni necessarie: che la donna conosca i nomi della sua dualità, di donna di fuori e donna di dentro e che l’uomo la cerchi.
Finché la donna non sa chi è non può permettere all’uomo di incontrarla.
Si cercheranno nei luoghi sbagliati.

E tu conosci i veri nomi della tua anima?
Sei disposta a rivelarli a chi si mette in ricerca di te per incontrarti?
Quali barriere sei disposta a lasciar cadere per lasciare che l’apertura dell’innamoramento possa portare ancora e di nuovo vento leggero e gioia?

Perché innamorarsi è vivere…

Roberta

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Ciao! Sono Roberta. Sono un coach. Il mio coaching è diverso, è wild!
Non sono sono un coach nel senso “classico” del termine. Non lavoro per la performance e l’apparenza, per il successo fine a se stesso, per la perfezione, dove quello che conta di più è vincere e sovrastare, apparire più che essere.

Aiuto le donne a ritrovare il loro unico potere femminile, messo da parte, nascosto e diminuito. Per educazione ricevuta, amori sbagliati, doveri. Ti aiuto a dire SI a chi sei, con i tuoi talenti ed il tuo potere. Ti aiuto a dire no a giudizi, sensi di colpa e paure. NO a mancanza di autostima, vergogna e ricatti affettivi. NO al rinunciare ai tuoi sogni, ad accontentarti, per paura di non essere amata e abbandonata.
Ti aiuterò piuttosto ad essere te stessa, nella tua autenticità e quindi nel massimo di chi sei. In tutto il tuo Valore.

Aiuto le donne:
– che vogliono scoprire come portare nelle loro vite i loro talenti e che vogliono vivere una vita in accordo con la propria anima e in autenticità
– che hanno bisogno di ricominciare, di dare maggiore valore a se stesse, di rimettere in sesto le loro vite

Se vuoi scoprire di più su di me, chi sono e i miei percorsi visita il mio sito: www.robertabailo.com
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1 Comment
  1. Ciao, non ti sembra di dire cose non vere e offensive per la categoria dicendo così?
    “Non sono sono un coach nel senso “classico” del termine. Non lavoro per la performance e l’apparenza, per il successo fine a se stesso, per la perfezione, dove quello che conta di più è vincere e sovrastare, apparire più che essere.”
    Dovresti fare un edit secondo me
    Ciao

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