Raccontami la Tua Storia, Raccontami Chi Sei

Perché noi donne sentiamo la necessità di scrivere?
Oppure siamo affascinate dalla possibilità di farlo?

Scriviamo perché oggi non siamo le donne che eravamo ieri, e domani chissà!
E, a intervalli regolari, dobbiamo fare una ricapitolazione per riconoscerci e capire se lo specchio, della realtà che viviamo, rimanda l’immagine della nostra vera storia, o no.

In fondo, lo specchio è il simbolo della metafora narrativa. E quindi, raccontarsi soprattutto con la scrittura, ci aiuta a capire se l‘interiore è in accordo con l’esteriore. Se buio e luce collaborano per una manifestazione armoniosa.

In poche parole?

Scriviamo per salvarci, semplicemente.
Ci svegliamo al mattino con l’intento di salvarci, instauriamo rapporti, prendiamo un cane o un gattino per salvarci.

Salvarci da che cosa?

Dal senso di vuoto che ci attanaglia e che cerchiamo di riempire in qualche modo.

E, quel vuoto, altro non è che una narrazione che non ci racconta, la sensazione di aver sbagliato strada. Eppure, proprio questa sensazione sgradevole è il segnale che siamo sulla buona via.

Ecco che comincia il viaggio dell’eroina. Joseph Campbell, uno dei più grandi studiosi di mitologia comparata, scrive: “… superato il vecchio orizzonte della vita; i vecchi principi, ideali, e sentimenti, non sono più validi; è giunto il momento di varcare una soglia.”

Per varcare questa soglia abbiamo bisogno di fare un rituale, un atto di fede, una morte metaforica, e scrivere aiuta questo importante superamento dell’orizzonte, essendo esso stesso un atto magico, un viaggio dentro se stesse.

Una storia non raccontata è una creazione mancata!

Quante storie abbiamo nascosto?

Scriviamo perché abbiamo troppe parole ferme tra il cuore e la gola.

Scriviamo per nostra madre, le nostre nonne, le nostre bisnonne e indietro fino alle origini. Ecco, scriviamo per tutte le donne che non hanno potuto farlo, e che non hanno potuto parlare.

Scrivere per conoscersi, per dirsi la verità e poi, con i giusti tempi e modi, manifestare la verità anche nel quotidiano.

Cosa intendo per verità?

La verità non è spifferare segreti reconditi o inconfessabili, ma dire «no» quando vogliamo dire «no», e dire «sì» quando è «sì».

Sembra ovvio?
Per molte donne, non lo è.

Trattenere, attenuare, sono le prime regole sociali che ci vengono installate nel cervello.
Ma trattieni oggi e attenua domani, rimaniamo senz’aria, e le parole sono la nostra Aria.

Grazie alla scrittura ho potuto superare il mio orizzonte, ricominciare a respirare e mettere in accordo buio e luce per una manifestazione armoniosa.

Se hai percepito un po’ di te stessa nelle mie parole, non esitare, varca quella soglia, sposta il tuo orizzonte e ritorna a respirare con il laboratorio di Scrittura Senza Censura giovedì 23 settembre alle 21 su Zoom.

Nel link ulteriori informazioni:

https://www.scritturasenzacensura.it/laboratorio/

oppure scrivimi all’indirizzo: info@scritturasenzacensura.it

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Il Fuoco di Berkana

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ENRICA ZERBIN, nata e cresciuta tra campagna, fiume e mare, dove ha scoperto la magia dei cicli lunari e appreso l’uso delle erbe medicamentose delle campagne, insieme agli antichi rituali legati alla Dea e agli elementi; eredità delle sue antenate.
Ricercatrice e studiosa di miti e leggende (con particolare interesse per l’antica saggezza nordica), della simbologia di varie culture, degli archetipi, del Sacro Femminile e della Grande Dea fino allo sciamanesimo.
Iniziata alle Rune tramite l’Elemento Acqua; aiuta con questo importante strumento a svolgere un profondo lavoro di lettura dell’ombra e delle memorie nascoste.

Nel dicembre del 2015 esordisce col suo primo romanzo, Tu Mi Hai Salvato La Vita, edito da Cinquemarzo: una storia sull’importanza degli avi e la saggezza degli anziani, dell’amore nato in circostanze impensabili e bizzarre sincronicità.
Nel 2019 esce il suo secondo libro, La Danza Del Seme Selvaggio, rocambolesco viaggio di due donne non più giovanissime che si trovano, loro malgrado, a dover stravolgere la loro vita e a lasciare la famigerata zona comfort.
Un iniziale dramma si trasforma, per Anthea e Miriam, in una straordinaria avventura tra i sentieri alpini, con la sola guida di una mappa disegnata da una misteriosa vecchia guaritrice.

Nelle sue opere al femminile, sottolinea l’importanza del viaggio, che sia mistico o fisico, per superare i limiti imposti da società e credenze sbagliate a cui la donna ha dovuto sottostare per secoli.

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